Come coccolare la nostra terra con l’Ecocouture?
Un incantevole quadro di ottimismo incorniciato di consapevolezza, ecco il messaggio che oggi voglio trasmettervi con il mio articolo. Prendo spunto da un evento di moda a cui ho preso parte a Milano, per affrontare un argomento molto delicato e tanto attuale: Salvare il pianeta con artistico amore. L’Evento di cui voglio parlarvi, si è svolto a Milano tra il 13 e 14 Aprile presso la Fabbrica del Vapore ed è stato organizzato dalla bravissima designer Elisa Sandoval e l’associazione “Paratodos“.Qui in basso una sua creazione.

Primo abito Elisa Sandoval

Secondo abito Elisa Sandoval.
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Decisione presa con il cuore.
Ho deciso di esserci come Influencer, percependo lo spessore umano ed artistico velato dietro l’energica ricerca degli stilisti di fare moda con materiali Ecosostenibili. Come una guerriera e vostra fidata amica, mi sono sdoppiata in due ruoli: Giornalista di moda grintosa ed influencer orgogliosa di trasmettere i suoi look. Spostandomi in vari angoli e prospettive, tra interviste, shooting e pensieri colmi di poesia, non ho mai perso in ogni attimo del contest una caratteristica fondamentale: Sognare ad occhi aperti e questa volta facendolo con la concreta convinzione di volere fare qualcosa per il nostro mondo. Nei giorni successivi ho ascoltato gli artisti, i loro sogni, passioni e raccolto paure, in modo da creare un empatico rapporto di amicizia.

Abito in raso e plastica Elisa Sandoval.
Una vasta scelta di talenti.
I diversi stilisti che hanno preso parte al work-shop di Milano, sono una variante enigmatica e tremendamente unica di colori, sfaccettature, personalità e modi di fare. La mia intervista in due domande è riuscita a tirare fuori una carica e voglia di raccontarsi che non credevo potesse celarsi dietro una creazione.Ogni stilista, con strumenti, pensieri e strategie differenti era pienamente informato del valore etico che in quel momento stesse trasmettendo con le sue creazioni. Mi sono innamorata ogni volta che accendevo il registratore ed ascoltavo la voglia di salvare il futuro dei nostri figli attraverso l’Arte.
La nostra stupenda vincitrice.
Ecco a voi Monica Caminiti, una ragazza calabrese, dai seducenti ricci ramati ed una grandiosa carica di brio. Monica ci ha presentato con il suo “Bio Wedding Dress” la possibilità di utilizzare il riciclaggio delle buste di plastica per valorizzare l’arte. Ci ha permesso, inoltre di riscoprire la bellezza dell’artigianato Made in Italy. La stilista, ha deciso di partecipare al workshop dopo avere visto un documentario in cui si descriveva che il 52% dei detriti al mondo sono rappresentati dalla plastica. Per salvaguardare il pianeta ha scelto di utilizzare km di plastica da riciclare e valorizzare l’arte dell’uncinetto e degli antichi mestieri.

Monica Caminiti.
Il background della designer.
Strepitoso è il suo trascorso, in quanto sono quindici anni che lavora nel fashion e dopo Roma ha aperto in Calabria un laboratorio con macchinari industriali. Monica desiderava vincere per dare ai giovani la possibilità di sviluppare “l’arte delle nonne” e per capire che ogni materiale è riutilizzabile e non va buttato. In quindici giorni ha tirato fuori un capolavoro utilizzando il verde come colore delicato per dare un messaggio di speranza e rispetto per l’ambiente all’umanità. Monica ha un carattere molto dolce ed attento, infatti voleva regalarmi il suo foulard verde di seta, per questo ed altri motivi spero di potere fare insieme delle splendide collaborazioni.
Inaspettatamente come secondo posto, ci sono stati due vincitori Yvonne Paiano e Paul Elnar Perez.

Abito Monica Caminiti.
Yvonne Paiano.
La designer ha deciso di partecipare all’evento, mossa dalla curiosità e voglia di mettersi in gioco, sempre alla ricerca di novità. Il suo abito riproduce i colori e paesaggi vivi ed accoglienti della Puglia. La creazione è realizzata con juta e fibra di fico d’India, il tutto cucito a mano. A sentire le sue parole, c’è voluto molto tempo per sistemare le foglie in modo da dare forma, movimento e giusta geometria all’abito. Il vestito è in pratica disegnato sulla foglia in base alla sua natura, alla struttura ed alle diverse sfumature di essa. Yvonne, madre eccezionale della modella Andrea è venuta all’evento con una grande umiltà ed estremo amore per il proprio lavoro senza brama assoluta di vittoria. La simpatica designer ci saluta dicendoci che uno stilista deve sapere mantenere un ago in mano prima di tutto. Nulla di più vero credo ci sia oggi in questo campo ed è per questo che stimo moltissimo il suo modo di essere, inoltre sentendo le sue parole: “Quando nella mia mente si insedia la curiosità non ho più scampo. Ho realizzato con materiali umili, poveri derivati dalla madre terra un capo di alta moda, juta e fibra di fico d’india”
Mi rendo conto dell’estremo bisogno dell’uomo moderno di recuperare il rapporto ancestrale con la terra.

Abito Yvonne Paiano.

Abito Yvonne Paiano.
Poul Perez e le sue ambizioni.
Il mio sguardo attento, si è posato in modo particolare anche su Paul Perez ed il suo delizioso abito champagne, adatto ad una ragazza molto esile ma allo stesso tempo femminile ed intrigante. Paul ha deciso di partecipare al workshop, poiché direttore tecnico internazionale di sfilate e pienamente convinto che nell’arte non ci siano confini. La sua creazione, fatta in fibre di ananas, organza e pizzo è un lavoro minuzioso che richiede molta pazienza e dedizione. Il suo obiettivo è quello di puntare ad un business internazionale. L’abito è intitolato Fusion, dove il nome sta ad indicare la magica fusione tra presente, futuro e passato e tra moda e stile. Ecco perché il modo giusto per definire Paul è “Charme senza confini”.

Abito Paul Perez.

Paul Perez Elisa ed Ana
Breacktime please.
Pasquy Altieri ci ha spiegato le sue ragioni per partecipare: Utilizzare materiali poveri per renderli nobili, esprimere il bisogno innato degli uomini di aiutarsi gli uni con gli altri. Il suo invito è quello di prendersi una pausa dai ritmi frenetici dell’era moderna, di toccare ed assaporare i materiali grezzi della natura. Pasquy è estremamente fashion ma allo stesso tempo molto attenta all’ambiente ed anche tanto sensibile. Mescola il suo essere sensuale ed accattivante al suo mostrare il suo animo dolce e puro. Mi ha colpito che la designer scelga il suo look in perfetta linea con quelle che sono le sue creazioni e ci tiene molto ad essere coerente e vera.
“Io sogno ad occhi aperti” questa sua frase non la scorderò.

Pasquy ed il magico blu.

Abito Pasquy Altieri.
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Ed i suoi occhi brillarono come non mai.
A Milano, ho scoperto anche Paolo, un ragazzo timido e riservato di soli 24 anni, ma con una grande passione per il suo lavoro. Paolo Pastorino, ci ha presentato il suo abito in cotone e plastica con pietre e vetri lavorati dal mare. Paolo ha un fortissimo legame con il mare della Liguria sua terra d’origine. Il suo sogno infatti è quello di liberare il mare dalla plastica e dai detriti. Come coccolare la nostra terra?
Il giovane designer ce lo spiega in modo magistrale con la sua condotta.

Paolo Pastorino.
Una sciantosa tra noi: Sara Gamboa.
Molto originale anche l’abito “Lady Rose” realizzato in filo di ferro, plastica e pellicola cinematografica. La designer sfrutta i colori decisi del nero e verde per evocare una donna raffinata, esuberante ed estrosa, che non ha paura di mettersi in gioco. Nell’anno delle paillettes, Lady Rose è fiera di realizzare il sogno di Sara Gamboa.

Abito Sara Gamboa.
Eda Maria Urtado.
Lo scopo di questa sorridente e simpatica signora è quello di unire l’arte alla creatività umana, motore della società spesso dimenticata. Per Eda e Giaguartmoda la partecipazione all’evento è stata una grande opportunità per fare emergere questo aspetto essenziale ed in parte dimenticato. L’abito di Eda intitolato “Giaguart” si colloca in ambito futurista, è realizzato con dei campioncini di tessuto per tende, che si intrecciano in questa splendida gonna a sirena, per esaltare la figura. Della stylist, ho ammirato il suo essere una donna consapevole di dovere salvare il Pianeta con il riciclo.

Abito Maria Urtado.
Bollicine per un incontro emozionale.
Voglio parlarvi di un associazione: “Ada Donne Ed Arte”la cui presidente è Rosario Jumbo. Per Rosario la donna è un essere delicato, forte e ricco di armonia, per questo ha scelto di presentarci il suo abito di gala. La creazione è realizzata con plastica di imballaggio a bolle, fogli di polietilene e micro-rete anti insetti. Bollicine sta ad indicare il carattere frizzante della sua dama, piena di luce nel suo abito da sposa ma che vuole proteggersi con la micro-rete e volersi bene allo stesso tempo.

Abito Rosario Jumbo.
Rosa Fuentes ed i sogni di gloria.
A farci sognare in questo evento, ci ha pensato la stilista Rosa Fuentes. Con la sua creazione realizzata con foglie di Alloro. L’alloro ha incoronato poeti e grandi uomini della storia e la stilista è consapevole del grande spessore evocativo della pianta. Salvare la terra dai detriti vale tanto più di una laurea o compiere grandi azioni. Riflettiamoci sul suo messaggio. Dopo la presentazione degli stilisti ed il loro prezioso contributo a rispettare il nostro mondo, voglio lasciarvi con un augurio dolcissimo: quello di realizzare i vostri sogni rispettando la vita ed il buon senso. Come coccolare la nostra Terra? La risposta può provenire solo dal nostro cuore. Presto ci sarà un nuovo articolo in cui descriverò il grande talento di Elisa e le creazioni indossate dalla vostra blogger, nel frattempo sono sempre accanto a voi con amore e ringrazio Ana Mancero dell’Associazione Paratodos

Abito Rosa Fuentes.